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al testo di cristina bizzarri
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Resto di terra che te stessa specchi - dopo aver perso memoria nelle turbe - nell'arcaico blu di voci sgominato da finti oltremari senza suoni o calchi solo presenti in vesti lustre e vuote - hai reti che odorano di niente, sale secco di amplessi e pescatori che più non sanno l'orizzonte, volta la speranza dall'immenso a notturne tolleranze in affrante case divorate. Qui davanti al mare profondo sguardo rifletti ancora l'aureola chiara dell'arrivo - se in limpido abbandono non sapevo già di tutto la pochezza e l'assoluta perdita di me lucente incarnazione rubata a geova oscuro - spargevo polvere celeste tutto intorno nascendo spuma risvegliata al sonno - Qui davanti al mare profonda bocca che sola parla ancora quella lingua rombata di burrasca nera e grida voli battuti da scogli in disamore - qui mi rispecchio nell'anima dei sassi, e incarno solo in loro il mio restare.
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